Il primo collegamento di questa mia avventura. Non so da quanti anni non facevo una intervista in diretta. E in questa serata non immaginavo ancora quanto a lungo sarei rimasto sul campo!

Ricordo un vento sferzante e decisamente freddo. Ricordo l’onnipresenza dei lampeggianti delle forze dell’ordine. Ricordo un generale senso di smarrimento da parte di tutti!

La stazione ferroviaria di Napoli Centrale è quasi una seconda casa per me. Ma in questa giornata l’ho sentita al tempo stesso estranea e incredibilmente intima (in modo struggente)!

Ancora una stazione ferroviaria. E di nuovo treni quasi tutti fermi, pochissimi passeggeri, atmosfera capovolta rispetto alle abitudini fatte di concitazione, passi svelti, folla!

Ripenso a questo servizio e rivedo l’ambulanza a due metri da me, con gli operatori sanitari in tuta, occhiali, guanti, mascherina: a bordo un malato di Covid-19. Chissà che ne è stato di lui!

In molte occasioni ho percepito la responsabilità che le forze dell’ordine hanno sentito su di loro nelle fasi acute di questa emergenza. Nella stragrande maggioranza dei casi sono state all’altezza!

Ho vissuto a Caserta tanti anni. Ed eccomi qua al cospetto del sindaco, in un ruolo ben diverso da quello dello scapestrato studente del liceo Diaz o del pongista dilettante che si allenava per ore!

Non ho dimenticato le profetiche parole dell’ospite quando accennò al fatto che parrucchieri e barbieri sarebbero stati i più invocati dai cittadini dopo qualche settimana di lockdown!

L’ospite era turbato perché bussavano alla porta della Diocesi persone mai prima di allora in difficoltà. E lui è riuscito persino a offrire a loro (e a noi) le zeppole di San Giuseppe!

Stessa sensazione di straniamento, come quella provata alla stazione ferroviaria: pochissimi traghetti, pochissimi passeggeri, controlli a tutto spiano. Ma qui c’era il profumo del mare!

Alla fine del collegamento, diverse persone ci hanno salutato a gran voce dalle finestre dell’ospedale. Noi abbiamo risposto agitando le mani. Io ho pregato in cuor mio per tutte loro!

Per la prima volta a Scampia. Purtroppo non ho avuto il tempo di fare un ampio giro e rendermi conto meglio della situazione. Ma il lavoro hai i suoi tempi e le sue necessità!

Un signore ci ha cacciati in malo modo da un palazzo. Ma è stato meglio così: non era buona l’idea di fare il collegamento davanti alla porta di un’anziana a cui l’ospite aveva fatto la spesa!

Ero confuso e provato. Ho sbagliato una volta il nome dell’ospite. L’atmosfera era surreale. Alla fine ci hanno allontanato con molta fretta perché arrivava un’ambulanza a pochi metri da noi!

La mancanza di traffico automobilistico mi ha molto aiutato a realizzare almeno due (a volte anche cinque) collegamenti al giorno. Qui però ho visto più movimento in strada che altrove!

Mentre aspettavo il collegamento, due persone cortesi mi hanno avvicinato chiedendo attenzione per una loro iniziativa di assistenza. Li ho chiamati la settimana dopo e abbiamo fatto tutto!

Moltissime cautele da parte nostra. E non sapevamo che un mese dopo questo ospedale sarebbe diventato un focolaio particolarmente preoccupante!

Non poteva mancare nella galleria delle situazioni inconsuete questa piazza del Plebiscito abbandonata a sé stessa. Qui ho fatto molte foto perché era una condizione davvero unica!