La musica è talvolta criticata perché considerata una facile fuga dalla realtà, fomentatrice di illusioni o sovversiva. Altrimenti si critica chi ascolta troppa musica definendolo dipendente e drogato. Ma la verità è che si tratta di un'arte straordinaria, della quale si può godere per molte ore al giorno con grande piacere: una delle più belle forme di salvezza dalla miseria del mondo! 
 

Siamo abituati a ritenere che l'odio sia il contrario dell'amore, ma esso rivela comunque un interesse (negativo). Invece, l'indifferenza è una totale assenza di amore e di qualsiasi altro interesse (positivo o negativo). Solo quando la proviamo su di noi comprendiamo la forza e l'intrinseca violenza dell'indifferenza.
 

Un'amicizia utile è utile. Un'amicizia inutile è un'amicizia. Un amico squattrinato, imbranato e lontano non ci è utile a nulla (nemmeno a darci compagnia), ma ci è amico perché ne sentiamo l'affetto e perché noi proviamo per lui affetto. La inutilità pratica di una amicizia è forse la prova migliore della solidità di questa amicizia.
 

Il cambiamento può intimorire. Molti perciò possono decidere di non "attraversare il ponte". Ma questa scelta "conservativa" non può farla chi, allo stesso tempo, coltivi ambizioni e abbia desiderio di nuove esperienze. Un sogno, o semplicemente un obbiettivo, può essere realizzato solo attraversando il ponte e andando avanti. La paura passa!
 

Sosteniamo esami per la scuola, per la patente, per il conservatorio, per l'ammissione in un club, per assumere un lavoro... e dimentichiamo l'esame più importante da affrontare con noi stessi, ogni giorno: è l'esame di coscienza, in cui siamo chiamati alla più spietata sincerità e chiarezza, per essere migliori il giorno dopo.
 

Sosteniamo esami per la scuola, per la patente, per il conservatorio, per l'ammissione in un club, per assumere un lavoro... e dimentichiamo l'esame più importante da affrontare con noi stessi, ogni giorno: è l'esame di coscienza, in cui siamo chiamati alla più spietata sincerità e chiarezza, per essere migliori il giorno dopo.
 

Chiedere non è facile. Per alcuni chiedere una mano è un'esperienza pesante o persino umiliante. E, allora, meglio che la richiesta sia indirizzata alla persona giusta e invochi la cosa giusta. Se invece si chiede la cosa sbagliata alla persona sbagliata si rischia di fallire e di vanificare tutto lo sforzo della richiesta.
 

Bla bla bla. Quanto è facile parlare. I fatti sono più impegnativi delle parole. E questo non vuol dire che le parole non abbiano un peso, a volte travolgente (pensiamo a una "dichiarazione di guerra"). Vuol dire che, generalmente, sono i fatti a incidere sul mondo e a lasciare una traccia. Se vogliamo autenticità, badiamo ai fatti. 
 

Vedere ciò che altri non vedono, sentire ciò che altri non sentono, provare ciò che altri non provano: sono doni perché consentono altre angolazioni sul mondo. Come tutti i doni, vanno valorizzati e custoditi, prendendosene cura con consapevolezza. Chi vede ciò che altri non vedono compia un lavoro su di sé per non trasformare i doni in problemi.
 

Ci sono situazioni che possono essere capovolte solo cambiando il punto di osservazione. La strada che appare in salita è, ovviamente, allo stesso tempo, una strada in discesa (dalla prospettiva opposta). Molte scelte di vita possono essere egualmente ribaltate cambiando il punto di vista.
 

Sapere tutte le cose del mondo è perfetta informazione. Avere una cultura sconfinata è perfetta conoscenza. Ma solo saper vivere dà la sapienza (o saggezza). Per questo ci sono scienziati strepitosi e musicisti eccelsi che non sanno prepararsi un toast e le cui esistenze sono disastrose.
 

Desideriamo che le cose belle durino più a lungo, ma ci sfugge il fatto che la loro bellezza sta molto nella durata breve. Il tramonto, per esempio, è bello perché è fuggevole e scompare mentre lo stiamo ammirando. Un altro esempio sono le vacanze, sempre troppo brevi. Che accadrebbe se avessimo tramonti di 12 ore e vacanze di 360 giorni? 
 

Molti aspetti della vecchiaia non sono gradevoli. Ma la vecchiaia è l'approdo di un processo naturale e andrebbe vissuta come un bel risultato. La società è, invece, organizzata in modo utilitaristico e trasforma la vecchiaia in una condizione di marginalità e di esclusione. Senza i vecchi non c'è memoria e non c'è saggezza!
 

Il tempo è inafferrabile dal nostro intelletto, mentre sul piano pratico è semplicissimo: con il tempo che passa facciamo i conti in ogni momento della nostra giornata. Interrogarsi sul tempo è quindi una perdita di tempo. E sciupare il tempo è proprio una delle cose peggiori che si possano fare, poiché la vita è tempo.
 

La soluzione più semplice può rivelarsi la più efficace. Ma noi pensiamo sempre che l'uscita dai problemi esistenziali debba essere complicata e tormentosa. E perciò non compiamo un banale passo (magari di lato) perché ci sembra assurdo che esso sia la risposta a una situazione pesante e angosciosa. Invece lo è!
 

Se una scelta si rivela inconcludente, malgrado sforzi e dedizione, allora è possibile che la strada intrapresa sia sbagliata. E non è facile ammettere di essere da mesi se non da anni su una strada errata. Eppure, piuttosto che percorrere un altro tratto verso il nulla, meglio ricominciare da capo sul percorso giusto.
 

Siamo molto presi dal confronto con gli altri, dal paragone con chi ci è affianco. Così ci curiamo poco della nostra vera natura. Anzi, spesso dobbiamo sacrificare proprio la verità di noi stessi, magari per conquistare un obbiettivo che in fondo ci appartiene poco. Invece, ogni strada di saggezza parte dalla verità interiore e ad essa conduce.
 

Leviamoci dalla testa che il bene sia retribuito col bene. Nella migliore delle ipotesi, non succede nulla. Nella peggiore, viene ripagato col male. Comunque non si fa il bene per ricevere bene. E il punto qui è che spesso vogliamo fare il bene ma lo facciamo male. Fare male il bene equivale a fare male (sia pur con buone intenzioni).
 

Ci disperiamo quando veniamo traditi. Ci sentiamo sminuiti, mortificati, annullati. Ma il problema è di chi ha tradito. Tuttalpiù potremmo chiederci se abbiamo contribuito a determinare il tradimento comportandoci male, ma il tradimento resta una questione di chi lo compie (della sua coscienza, dei suoi valori, della sua moralità).
 

Fidarsi è difficile. Siamo colmi di sospetti e diffidenze. Tuttavia, c'è bisogno di accordare fiducia. Per questo il cuore (nel senso di intuito profondo, sesto senso, sensibilità emotiva) può essere un punto di riferimento. Non è una garanzia, ma può guidarci e trasportarci. Se poi saremo smentiti, almeno avremo fatto qualcosa "di cuore"!
 

Chi di noi non vuol conoscere sé stesso? Ma quanti sono pronti al dialogo interiore fra tutte le istanze e le componenti del sé? Credere che il sé sia un unicum è il primo passo falso sulla strada della conoscenza di sé. Dentro di noi c'è un piccolo popolo di anime, di personalità e di posizioni, spesso divergenti e contraddittorie. Ma questa è anche la meraviglia della natura umana!
 

Se le ferite non lasciassero traccia potremmo dimenticare ciò che le ha causate. Se le cicatrici si rimarginassero non avremmo l'utile monito a non ripetere l'errore che le provocò. Allo stesso modo, non crucciamoci dei nostri traumi esistenziali, poiché anch'essi servono a evitare ricadute (e non a paralizzarci ostacolandoci la vita). 
 

Abbiamo dentro di noi una quantità di istanze differenti. Un problema umano è proprio la varietà e frammentazione di diverse nature che convivono nel medesimo corpo. Un problema che può essere anche ricchezza, dialettica interiore, imprevedibilità di noi stessi rispetto a noi stessi. In questa situazione è davvero difficile sentirsi soli.
 

Dinanzi alla tentazione di arrendersi bisogna rilanciare. Quando si valuta la resa occorre un colpo di reni. Di certo non c'è l'obbligo di vivere (visto che farla finita è una opzione disponibile), ma è meglio reagire raddoppiando la posta in gioco. Perciò, se c'è una crisi, è necessario raccogliere tutte le forze, prendere la rincorsa e giocarsela tutta. 
 

Alcuni trovano noiosa la vita. Ma abbiamo infinite prove della varietà, del cambiamento, della imprevedibilità e della fantasia che contiene la vita. Anche la persona più isolata e reclusa impara a individuare variazioni e imprevisti di una vita minima. La noia può solo stare dentro noi e corrisponde a una condizione talvolta patologica. Ma basta poco per aprire gli occhi!
 

Abbiamo davvero la facoltà di scegliere? Qualcosa dipende solo da noi? Di certo dipende da noi come reagiamo a tutto. Ciò che accade in noi, sta dentro di noi e dipende da noi: quindi questa libertà l'abbiamo. Ed è una grande libertà perché se abbiamo il controllo completo di noi stessi, nulla potrà farci paura perché eviteremo d'avere paura.  
 

Quante volte cerchiamo ciò che abbiamo in noi? Nutriamo aspettative sugli altri e sul mondo, dimenticando di far emergere da noi stessi ciò che ci aspettiamo dagli altri. C'è qualcosa di bello in ciascuno di noi e dovremmo valorizzarlo, invece di attenderlo da ciò che ci circonda. Se troveremo il bello in noi, poi lo troveremo altrove.
 

Alcuni punti di riferimento sono semplici. Tutti dovremmo aspirare - metaforicamente - a "volare" (volare in alto, migliorare, elevarci). E tutti dovremmo evitare di "strisciare" (umiliarci, asservirci, venderci). Non sempre le cose semplici sono chiare. Non sempre sono facili. Quasi mai vengono realizzate.
 

Probabilmente siamo gli unici esseri viventi consapevoli di viaggiare verso ciò che chiamiamo <morte>. Questa consapevolezza e la sua connotazione negativa trasformano la vita in una condizione di angoscia. Sarebbe meglio occuparsi appieno della vita e non farsi ossessionare da qualcosa di ignoto e su cui non possiamo intervenire.
 

Diamo per scontato che malvagi e disonesti abbiano vantaggi che umiliano i buoni. Ma bisogna riflettere sulla vita delle persone cattive: quale deserto emotivo, quale squallore esistenziale, quale miseria di relazioni! Può darsi che i malvagi la scampino davanti alla legge, ma la loro punizione è già una vita arida, superficiale e mercificata. 
 

Una parte di noi stessi (la mente, l'inconscio) comprende quanto siamo limitati. La parte di noi che non lo sa, ci fa montare la testa per pochi inutili successi. La parte di noi che lo sa, ci fa montare la testa come autodifesa dalla nostra pochezza: almeno con la testa montata possiamo andare in giro con sicurezza e ignoranza. 
 

Noi umani abbiamo pretese assurde rispetto alla natura delle cose. Pretendiamo dai sentimenti una regolarità e una coerenza che sarebbero contraddittorie con la loro dimensione imprevedibile, non intellettuale e fantasiosa. Lasciamo ai sentimenti la loro volubilità e ambivalenza.